«Chimica, digitale, energia i campioni dell’innovazione»

di Paola Pica09 dic 2020

La chimica italiana, orgoglio nazionale negli anni 50 e 60 del secolo scorso, si è progressivamente impoverita con la decadenza delle grandi aziende, ma sono rimasti importanti ricercatori e laboratori, attivi soprattutto nelle specialità. Oggi, la sfida è quella dell’ambiente, quindi creare prodotti che non inquinino, siano biodegradabili, ed anche prodotti che si possano creare da una gestione dei rifiuti, in modo da raggiungere quella economia circolare che può salvare il mondo dal riscaldamento globale e dal soffocamento da rifiuti plastici

Professor Luigi #Nicolais, già ministro dell’Innovazione e presidente del Cnr, mai come in questo 2020 si sente il bisogno di valorizzare impegno e competenze. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, con la Fondazione Cotec che lei presiede, darà un segnale domani nella cerimonia del Premio dei Premi.

«La Giornata Nazionale dell’Innovazione, istituita nel 2008 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, nel 2016 è stata incentrata sulla Cerimonia di Consegna del Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”. Grazie al ruolo della nostra Fondazione, domani, come ogni anno, il Presidente della Repubblica riconosce a una trentina di candidate e candidati i premi già ottenuti nei rispettivi ambiti professionali o di ricercai Non è una formalità. Come detto, è segnale forte di attenzione e di riconoscimento istituzionale.

I nomi dei beneficiari del Premio dei Premi saranno resi noti solo domani, ma sui settori di competenza forse si può già dire qualcosa…

«Gli ambiti sono stati sempre tra i più vari, più di recente il filo conduttore è stata l’innovazione digitale, nella quale il Paese aveva e ha ancora molto da fare».

Quali sono gli obiettivi della Fondazione?

«Rafforzare la competitività tecnologica e scientifica italiana insieme alle grandi aziende, al mondo accademico, al sistema della ricerca. Insieme alla Fundación Cotec della Spagna e all’Associação Cotec del Portogallo, rappresentiamo presso l’Ue gli interessi inerenti all’innovazione dei Paesi del Mediterraneo».

Lei è un ingegnere chimico. Nella sua lunga vita professionale ha lavorato anche alla Montedison. Sono stati anni di grande innovazione quelli?

«L’innovazione aveva allora caratteristiche molto diverse da quelle di oggi. Ma la chimica aveva una «C» maiuscola e contava su un sapere straordinario. Noi chimici italiani, all’estero, suscitavamo grande ammirazione e venivano trattati tutti come premi Nobel».

L’effetto Natta. E come si viveva alla Montedison?

«Per me, e credo per i miei colleghi di allora, sono stati cinque anni di grande entusiasmo. Era un’azienda basata su ricerca e competenza»

Cosa ha provocato la crisi della chimica italiana?

«La finanza. Le imprese fondate sulla conoscenza sono state “dirottate” sul capitale. Ed è finito tutto».

Qualcuno sostiene che il declino italiano sia iniziato con la fine della chimica…

«Concordo».

Oggi però c’è nuovo fermento, c’è la biochimica…

«Eccome, la chimica italiana sta rinascendo. Ci stiamo facendo strada e potremmo tornare a essere eccellenza nel mondo. Ma le condizioni sono molto diverse».

In che senso?

«Per semplificare non avremo più qualcosa di paragonabile al Moplen, la materia plastica ideata da Giulio Natta. L’industria è fatta da più “specialties”».

Oggi però possiamo ideare un Moplen che non inquini.

«Oggi, per fortuna, l’ambiente e la destinazione di un prodotto dopo la fine del suo utilizzo rappresentano il fulcro della ricerca».

In quali ambiti della chimica gli italiani stanno contribuendo con successo?

«Diversi. Le carboresine, per fare un esempio. Un tempo riservate all’uso militare, sono state poi impiegate, con il nostro contributo, nell’aviazione civile. Se gli aerei pesano meno, inquinano meno».

Quali sono le sfide della nuova chimica?

«Tante. Cito il recupero delle plastiche, la cura del suolo danneggiato dai diserbanti, lo smaltimento delle batterie. Quest’ultima può diventare una sfida gigantesca nella mobilità, se non mitigheremo il problema con l’utilizzo dell’idrogeno».

https://www.corriere.it/economia/aziende/20_dicembre_09/premio-premi-spinta-capo-stato-innovatori-italiani-8d8799ba-3a4c-11eb-bd0f-1c432ae6dd98.shtml

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