IL GRANDE IMBALLO: Il falso mito del riciclo della plastica

IL GRANDE IMBALLO: Il falso mito del riciclo della plastica – Il Vaticano di Papa Francesco è sempre più vicino ai grandi problemi del mondo e quindi anche all’ambiente in cui viviamo e che stiamo velocemente distruggendo, con rischi per la nostra sopravvivenza.

Nella Enciclica Laudato si’, in sintesi, si esorta ad un maggior rispetto dell’Ambiente.

Il saggio di #Nathalie Gontard, ricercatrice, docente universitaria e grande esperta di plastica, ripercorre il cammino dalla scoperta all’uso monstre che si fa oggi nell’usa e getta, incuranti delle conseguenze catastrofiche. Lei lo fa parlando con il nipote, noi dovremmo proporlo nelle scuole a tutti.

«Davvero nonna imballavate i legumi nella plastica? Ma eravate matti? Pensa: 15 minuti di utilizzo, 400 anni di inquinamento! Un’assurdità!».

Nathalie Gontard è uno dei massimi esperti al mondo in materia di plastica. I suoi studi sono pluridecennali nel campo delle materie plastiche, in particolare della ricerca di soluzioni alla plastica «usa e getta», soprattutto nei Paesi del Sud del mondo.

Dei 9 miliardi di tonnellate realizzate, 2,5 miliardi le stiamo utilizzando, 0,5 sono state bruciate, il restante – 6 miliardi – sono rifiuti sparpagliati nel pianeta. Tanto che — registra Nathalie Gontard — «anche nella fossa delle Marianne, il punto più profondo dell’Oceano, il 100% dei crostacei che vi abitano, a circa 11 chilometri di profondità, sono contaminati da particelle plastiche». Nathalie Gontard ritiene che si debba istituire un neologismo, parlando di «plastiagglomerato», riferendosi a un «composto di plastica, roccia, sedimenti, sabbia e altri detriti, un nuovo elemento del nostro ambiente totalmente inedito nella storia del pianeta. Esso costituisce il marcatore geologico della nostra epoca: l’antropocene».

Il futuro, secondo Nathalie Gontard, deve essere veramente «plastic-free». Ne va della sostenibilità del pianeta, del futuro dei nostri figli, nipoti ed eredi. La ricercatrice francese denuncia la scarsa prospettiva di visione da parte dei politici quando si fermano a realizzare piani per il 2025 o il 2050. Pochi di noi immaginano il mondo al di là del 2100. Ma è proprio in quell’epoca che il pianeta e i suoi abitanti subiranno il pieno impatto delle particelle uscite dai rifiuti di plastica che usiamo oggi».

di #LorenzoFazzini per #Osservatoreromano

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https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-11/quo-261/il-grande-imballo.html

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